Da diversi anni si sente parlare di formazione; ormai questa parola è sulla bocca di tutti e come sempre tutti ne parlano ma pochissimi la introducono nella propria organizzazione o peggio, moltissimi credono di non averne bisogno per loro stessi.
La formazione è una questione mentale; la necessità dovrebbe essere fisiologica; il voler periodicamente frequentare corsi di formazioni, significa necessità di crescere di livello, significa voglia di aggiungere qualcosa in più al proprio bagaglio culturale, professionale e, perché no, al proprio dovere civico di essere una persona migliore e di rendere il mondo un posto migliore.
Ogni corso di formazione, sia esso professionale o di crescita personale, ha un contenuto etico e comportamentale, e, a prescindere dal tema e dalla durata, aiuta a migliorare l’autostima ed il proprio bagaglio esperenziale, permettendo di conseguenza un approccio migliore con l’intero ambiente circostante. Al termine di un corso ciascun partecipante percepisce di aver acquisito qualcosa in più, di avere una maggiore padronanza della materia oggetto del corso e spesso una maggiore sicurezza nel rapporto con gli altri.
Solitamente ci si sente una persona migliore, più preparata ed è una sensazione che dura solo qualche giorno se non la “trattieni” con te provando da subito a mettere in pratica, costantemente, ciò che hai appreso, facendola quindi diventare abitudine.
Attenzione, ho scritto di proposito necessità e non volontà perché io potrei anche voler partecipare ad un corso di formazione ma trovo mille motivi, spesso anche banali, che non mi permettono di partecipare.
Al contrario, se scopro la molla che la fa diventare una necessità fisiologica, cioè che è la mente / corpo che lo richiede, allora il tempo lo si trova.
Dopo aver partecipato al Master manageriale di I e II livello sul “Problem Solving Strategico”, lo scorso week end, ho iniziato ad Arezzo un corso di aggiornamento presso il Centro di Terapia strategica di Arezzo la cui Direzione è affidata al Prof. Giorgio Nardone. (Creatore del modello).
Un corso molto “fisico”, di contatto, apparentemente insolito in ambito manageriale ma dopo alcuni esercizi è emerso il motivo di tale fisicità.
La vita di tutti i giorni, lavorativa e non, ti mette di fronte a numerosi situazioni in cui potresti soccombere: riunioni delicate, brief potenzialmente tranquilli ma che nascondono assalti verbali di contestazione nascosti, semplici colloqui di lavoro per riprendere collaboratori che non si applicano o che spesso sono distratti, colloqui di licenziamento o, in casi estremi, a veri e propri assalti fisici.
Questo corso insegna come mantenere l’imperturbabilità di fronte a questi tipi di situazioni il che significa avere raggiunto un altissimo livello di preparazione e coscienza della propria forza mentale ed esperenziale.
Come ha spiegato il Prof. in un linguaggio evocativo, essere imperturbabili è come essere in una foresta e con la consapevolezza che ti puoi elevare oltre gli alberi, oltre la vegetazione e se sali oltre, vedrai sempre più lontano rispetto agli altri.
Buona “imperturbabilità” a tutti.