In Abruzzo il centrodestra ha tenuto e l’auspicata disfatta profetizzata dal Campo largo, anzi larghissimo, non si è verificata.
Ora ci dobbiamo augurare che Meloni&Co. non si esaltino, adagiandosi sugli allori ma diano vita ad un periodo di concreta crescita del Paese applicando intelligentemente, in primo luogo, quanto già deliberato ed emanando leggi utili allo sviluppo economico ed al miglioramento dell’ambiente, spronando al contempo i nostri burocrati a lavorare alacremente.
Questi ultimi da anni non stanno dando prova di produttività, anzi tendono a non fare per non incorrere in errori o creare del malcontento. Va detto a loro parziale giustificazione, che poiché possono incorrere in critiche e denunce da coloro che si sentono, spesso a torto, danneggiati se portano avanti i progetti approvati, tendono, laddove possibile, a rimandare sine die la realizzazione dell’intervento, anche perché la legislazione attuale non prevede sanzioni per gli amministratori non proattivi. Allo stesso tempo è ora di finirla con le sterili polemiche e recriminare sulle azioni del passato; guardiamo avanti e costruiamo il nostro futuro come i nostri padri lo fecero nel dopoguerra.
Noi italiani abbiamo la capacità, l’ingegno e la laboriosità per ritornare ad essere una delle Nazioni guida a livello mondiale, basta prendere ad esempio la concretezza anglosassone.
Chi ci governa, a prescindere dall’ideologia e dal colore, si deve rendere conto che per mantenere il consenso degli elettori, e quindi durare nel tempo, per gestire al meglio la “cosa pubblica” servono fatti e non parole.
Da decenni stiamo assistendo all’inserimento nei posti di responsabilità di amici fidati e/o parenti anziché tecnici preparati, ed i danni provocati da costoro sono spesso di dominio pubblico.
L’Italia è piena di tecnici preparati, che spesso vengono ingaggiati all’estero, assolutamente in grado di gestire al meglio direzioni e dipartimenti ministeriali, aziende pubbliche e amministrazioni locali; la loro scelta non deve, per forza, essere operata in base alla provenienza dalle file del partito in quel momento al potere.
Il politico deve dare l’indirizzo strategico e le linee entro cui procedere e lasciare al tecnico competente la gestione. Se mai verrà accettata questa tesi, che non significa cedere il potere perché indirizzo e controllo sono e restano sempre in mano al politico ed applicata concretamente l’Italia potrà riprendere a crescere e diventare una delle Nazioni da prendere ad esempio.