Obiettivi della promozione della salute e della prevenzione delle malattie
Molti argomenti sono ancora sconosciuti in relazione all’intervento attivo sull’anziano, sulla longevità e sulla qualità della vita. Come per tutto ciò che riguarda l’invecchiamento, dobbiamo ancora affrontare molte sfide. Una di esse è legata alla necessità di avere maggiori informazioni su come i nostri interventi possano influenzare positivamente i risultati. Su questo tema c’è una incredibile paucità di dati e di studi in corso, al meglio delle nostre conoscenze. Un’altra è il raggiungimento del consenso sulle pratiche di prevenzione in questa fascia di età. Anche per questo, i dati scientifici sono a dir poco confondenti.
Tuttavia, nonostante la scarsa conoscenza, la maggior parte degli operatori sanitari concorda sugli obiettivi della promozione della salute e della prevenzione delle malattie negli anziani.
Essi sono:
- Abbassare la mortalità prematura causata da malattie acute e croniche.
- Mantenere l’indipendenza funzionale il più a lungo possibile.
- Aumentare l’aspettativa di vita attiva.
- Migliorare la qualità della vita (QoL).
Invecchiamento e qualità della vita (QoL)
Il concetto di QoL fa riferimento all’insieme delle condizioni necessarie per poter realizzare il progetto personale di una vita pienamente soddisfacente. Qualsiasi valutazione della QoL deve partire da ciò che la persona stessa ritiene renda “ottimale” la propria esistenza. Pertanto, stiamo discutendo di un tema che necessariamente rientra negli interessi scientifici della “medicina di precisione” o “medicina personalizzata“. I valori, le preferenze e i desideri individuali rendono la QoL qualcosa di estremamente soggettivo. Tutte le proposte scientifiche di sua valutazione sono complesse e multidimensionali, e cercano di comprendere aspetti fisici, psicologici, sociali, economici, ambientali, ecc. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la QoL come “la percezione dell’individuo della propria posizione di vita nel contesto della cultura e del sistema di valori in cui vive in relazione ai propri obiettivi, aspettative, modelli e preoccupazioni”.
Il concetto generale di QoL è stato sviluppato in tempi relativamente recenti. Esso è stato mutuato dalla teoria della “qualità dei materiali” (figlia della industrializzazione), che cominciò a svilupparsi nei primi decenni del secolo scorso. Negli anni ’80 questa espressione venne applicata al campo della salute, inizialmente in senso puramente biologico. Nel campo delle scienze biomediche il suo utilizzo ha raggiunto un impatto significativo, emergendo come concetto legato alla visione della salute come un unicum di benessere fisico, mentale e sociale. La necessità di una sua valutazione implica l’accettazione che gli indicatori sanitari tradizionali, come i tassi di morbilità e mortalità o l’aspettativa di vita, non siano sufficienti quando si considera la salute dell’uomo.
La QoL è un concetto multidimensionale costituito da un’ampia gamma di condizioni socio-ambientali e personali, legate alla soddisfazione della vita, al benessere fisico, mentale e sociale e alla capacità di svolgere attività quotidiane. Queste condizioni possono essere considerate sia da una prospettiva soggettiva che oggettiva. Pertanto, la QoL risulta da una combinazione di fattori oggettivi e soggettivi in cui l’aspetto oggettivo dipende dall’individuo (uso e sfruttamento delle proprie potenzialità: intellettuale, emotivo e creativo) e circostanze esterne (struttura socioeconomica, socio-psicologica, culturale e sociale). L’aspetto soggettivo è dato dalla maggiore soddisfazione dell’individuo, dal grado di realizzazione delle sue aspirazioni personali e dalla percezione che lui o la popolazione ha delle sue condizioni di vita globali, traducendosi in sentimenti positivi o negativi.
La percezione soggettiva è fondamentale all’interno della concezione multidimensionale della QoL e sottolinea l’importanza di considerare l’esperienza, le preoccupazioni e i punti di vista delle persone di interesse rispetto ai parametri oggettivi analizzati dall’esterno (da progettisti, professionisti, caregiver, ecc.) e che hanno tradizionalmente dominato il sistema di valutazione. D’altra parte, è stato dimostrato che la qualità della vita è strettamente correlata alla partecipazione sociale. In questo senso si intende “la soddisfazione che gli individui provano in conseguenza della loro partecipazione alle attività che svolgono nell’ambiente familiare, lavorativo e a livello comunitario e nazionale, in relazione alle quali vengono esercitate le loro capacità”. Altro elemento cruciale che determina la QoL è rappresentato dalle “capacità umane e capacità di sviluppare la propria personalità.” Da questa prospettiva, la QoL sarebbe un costrutto caratterizzato da: soggettività, multidimensionalità e presenza di dimensioni positive e negative.
L’invecchiamento è direttamente correlato al modo in cui una persona soddisfa i propri bisogni durante l’intero ciclo di vita. Stiamo assistendo attualmente alla nascita di un nuovo gruppo di “ultra-anziani”: un numero crescente di persone che raggiungono sempre più l’età avanzata in migliore salute, con maggiore lucidità e sufficiente energia, che desiderano fare attività (lavorative e ricreative) per un periodo più lungo della loro vita. Ciò, aggiunto al fatto che hanno sempre più chiarezza sui propri diritti, li porta a considerare nuove sfide, aspirazioni, opportunità e una riflessione profonda e globale su come dovrebbero mantenere la loro percezione della QoL. Ma sfortunatamente, anche in questo secolo, la attuale società li costringe ad affrontare scenari di disuguaglianza, asimmetria ed esclusione sociale. In questo senso è salvabile l’aspetto soggettivo nell’apprezzamento della qualità della vita e ciò che rende un individuo diverso da un altro: come ciascuno vive questo processo, in quali condizioni, il significato che dà a ciò che ha vissuto, l’apprezzamento di ciò che ha vissuto, la propria persona e le sue possibilità, il grado di plasticità che ha per cambiare e adattarsi alle nuove esigenze, nonché la disponibilità a nuovi collegamenti.
Il concetto di QOL necessita di costanti chiarimenti e revisioni, quindi, se la QOL della persona umana viene analizzata nel contesto sociale o in situazioni specifiche della pratica professionale delle scienze biomediche e soprattutto sanitarie. D’altra parte, attorno ad esso si formulano approcci diversi, condizionati da posizioni filosofiche, religiose, culturali e professionali. Inoltre, la QoL implica un compito etico per ogni essere umano in termini di una vita dignitosa e realizzata. Questa vita è caratterizzata da un’esistenza umanizzata, piena e felice, dove la personalità si costruisce con autonomia e libertà, ma anche con esigenze e rispetto per gli altri, per raggiungere una vita intelligente e una convivenza pacifica, amata, liberamente scelta. Questo è ciò che vogliamo per tutte le persone, senza discriminazioni di genere, socio-economiche, razziali o legate all’età.
Dignità della vita
Il sempre più abusato concetto di QoL, secondo alcuni, più che definire l’idea di vita, sembra abbassarla, poiché l’essere umano è essenzialmente diverso dal resto dei viventi e la sua vita è coperta dal semplice fatto di avere una dignità speciale. Sarebbe preferibile, allora, parlare di “dignità umana” piuttosto che di QoL, poiché, portando all’estremo quest’ultimo concetto, il motuleso, il malato di mente, il disabile in genere avrebbero una pessima QoL. La dignità della vita, essendo un aggettivo specifico della vita stessa, le è inerente e copre aspetti che vanno oltre la mera qualità che considera solo una temporalità specifica e non la storia completa della persona e del suo ambiente emotivo. Secondo tale concetto l’essere umano, in quanto persona, è degno di esistere e nessuno, nemmeno lui stesso, può decidere sulla continuazione o meno della propria esistenza.
L’etica medica è interessata all’idea di dignità della vita, soprattutto per quanto riguarda il rapporto medico-paziente. È fondamentale tenerlo presente quando si decide tra la vita e la morte in situazioni in cui la vita non può essere prolungata indefinitamente e in nessuna condizione; cioè quando ha perso la sua dignità intrinseca. Nella ricerca di una vita realizzata, il soggetto non si accontenta solo di realizzare cose piacevoli ma agisce correttamente per raggiungere l’obiettivo di una vita “buona” e saggia. Una buona vita è intesa come l’insieme di ideali e desideri di realizzazione, che ogni individuo si sforza di raggiungere, e cerca di adattare ciascuna delle proprie azioni che compie intenzionalmente. Il soggetto si riconosce autore delle proprie scelte e della propria opera, sente di giudicare e agire bene, come pretesa di vivere bene. In fondo, la chiave della felicità per l’essere umano “non è fare ciò che si vuole ma volere, “sentire” ciò che si fà”. Pertanto, la vita a cui aspira l’uomo non è un vivere qualunque, bensì una vita di qualità che deve andare in linea con il soddisfacimento di obiettivi biopsicologici, ma all’interno di una integrazione comunitaria e culturale, di una vita sociale. Il nostro compito non è solo trovare un significato nella vita da soli, ma anche connetterci con la vita degli altri. La nostra dipendenza dagli altri per sopravvivere è inevitabile e, inoltre, una “vita vissuta” è impensabile al di fuori della comunità. È con gli altri che noi viviamo, sono gli altri coloro ai quali ci rivolgiamo quando siamo tristi, disorientati o depressi, e anche con cui condividiamo i nostri trionfi, le gioie e i sentimenti più ottimistici. Per una vita di qualità sono quindi necessarie la gioiosa convivenza e la reciproca compatibilità. E questo è vero anche per i più ostinati “solitari”.
Pertanto, la vera QoL è intesa come una vita dignitosa in cui la persona, specialmente l’anziano, si senta pienamente realizzata, poiché i suoi obiettivi e le sue aspettative sono soddisfatti. Ma ogni soggetto sperimenta questa realtà personale in modo soggettivo, a seconda della sua situazione, del suo tempo e della sua cultura. Vale a dire che l’esperienza della QoL è contestuale e relativa, e ci sono dei limiti al di sotto dei quali è impossibile viverla. Sono i diritti umani di natura sociale che pongono le basi affinché una vita umana sia considerata degna e, quindi, realizzata. Non si tratta di vivere di più, ma di vivere il più pienamente possibile. Quando uno ha coperti i suoi bisogni e le sue aspirazioni e, con ciò, acquisisce una valutazione positiva della sua vita, è più capace di essere felice di chi vuole avere sempre di più, e non si sente mai soddisfatto. E la felicità facilita la crescita dell’uomo verso i suoi bisogni e le sue aspirazioni, verso la propria realizzazione.
In sintesi, il concetto di QoL ha le seguenti caratteristiche:
Buona salute fisica e mentale, con gli elementi necessari che consentano all’individuo di non preoccuparsi del proprio benessere.
Una condizione socioeconomica e occupazionale che consenta un ottimale collegamento con la comunità circostante.
Effettiva possibilità di accesso alle fonti della cultura e ai beni e servizi della società di appartenenza.
Riconoscimento da parte degli altri dei propri diritti, valori e qualità che consentano un buon livello di autostima.
Un ambiente ecologico-ambientale sano e pulito da contaminanti che faciliti una vita felice, nell’ambito di uno sviluppo sostenibile.
Senso di appartenenza ad una società giusta, dotata di solidità e sicurezza giuridica, nella quale si può partecipare ed essere riconosciuti come cittadini di diritti e libertà.
Con tutto quanto detto finora, dovremmo chiederci se, come società, stiamo garantendo una vita dignitosa e di qualità agli anziani e, ancor più, agli ultra-anziani.