Invecchiamento e società
“Gli atteggiamenti nei confronti della vecchiaia sono socialmente condizionati e sono comprensibili solo all’interno della struttura sociale stessa”.
La stima sociale degli anziani è cambiata nel corso della storia. Questa stima è andata diminuendo nel tempo, tanto da essere immensa nelle culture primitive e, nella storia della cultura occidentale, c’è un evidente spostamento della stima sociale verso i giovani. In questo modo, se volessimo analizzare i tratti più notevoli della “nostra” società attuale e metterci nella situazione degli anziani che la abitano, capiremmo, in parte, come si sentano in questa società di cui anche loro fanno parte e perché percepiscano che la loro vita manca di qualità.
Questo dovrebbe imporci alcune riflessioni, ad esempio su quali sono le caratteristiche della società odierna. Facciamone una analisi schematica e sintetica.
La società moderna è altamente competitiva. Come può considerarsi una persona che, a causa della sua età, non figura più nell’elenco dei produttori e il cui consumo, in una società fortemente consumistica, è limitato a medicinali e poco altro? Questa società è improntata all’efficientismo.
Come può sentirsi l’anziano in una società “frettolosa” che pretende risultati immediati, dato che, come è noto, ha una diminuzione delle capacità fisiche e ha perso la capacità di adattarsi rapidamente? Come previene le frustrazioni? La società impone sempre più una sorta di sovraffollamento, di agglomeramento, si pensi alle enormi megalopoli che sono nate in giro per il mondo. Come si sente chi, come le persone di età avanzata, in questa urbanizzazione della grande città non gode della pace né degli spazi adeguati necessari per gli incontri personali?
La società moderna ha rivoluzionato i valori su cui un tempo era basata. Valori importanti come la verità, la giustizia, l’equità, l’amore, la sessualità, l’onestà professionale e l’autonomia possono essere definiti in modo diverso a seconda della fascia di età? L’anziano ha creato e proviene da un nucleo familiare.
La società attuale tende a relegarlo in “case di riposo”. Che ruolo può svolgere in un luogo in cui si sente ospitato? La vita biologica è stata significativamente allungata.
A questo prolungamento biografico corrisponde una vita più intensa e interessante, oppure l’individuo la sente sterile e vuota di contenuti?
Analizzando le caratteristiche del concetto di QdP elencate in precedenza e le caratteristiche della società attuale, si comprende perché gli anziani auto-percepiscano questa fase della propria esistenza come un “periodo di perdite”:
- Perdita di autostima
- Riduzione dei sensi e perdita di senso della vita: «il vuoto esistenziale è la massiccia nevrosi del nostro tempo»; si pensi al significativo incremento degli atti di auto-soppressione che si vive nelle società più avanzate e con il maggiore benessere.
- Perdita di facilità di adattamento: “emarginazione sociale”
Quando si invecchia, si avrebbe bisogno di una vita buona, dignitosa e di qualità.
Il processo di invecchiamento è molto complesso: non è solo biologico, ma anche mentale, spirituale, sociale, ambientale, economico e culturale. È un processo che cresce nell’individuo ma ha connotazioni sociali, economiche, lavorative e familiari.
Gli anziani passano dalla condizione di soci attivi e produttivi a pensionati e dipendenti dallo Stato o dall’economia familiare. Spesso non sono malati né disabili, anche se è presente un progressivo periodo di deterioramento globale, conseguenza dell’invecchiamento cellulare. Ciò li porta di frequente all’isolamento, alla dipendenza e, in alcuni casi, all’abbandono, con conseguente perdita di qualità della vita. Inoltre, il processo di invecchiamento è eterogeneo, cioè ogni soggetto evolve in modo peculiare a seconda della propria biografia e dello stile con cui affronta i vari eventi che si presentano nel corso della giornata.
Un dignitoso stile di vita sarà fondamentale quando si affrontano illusioni e disperazione, salute e malattia, malattie croniche e/o disabilità, compagnia e solitudine, lavoro, svago e tempo libero, e voglia di vivere. Emergono così forme di comportamento rispetto a sé e agli altri: cura del corpo, sviluppo intellettuale, comportamenti a rischio, stati piacevoli, sforzo per mantenere relazioni umane e capacità di assumere nuovi apprendimenti.
Ciò significa che quando l’anziano adotta un atteggiamento dinamico, intraprendente e ottimista nei confronti della vita, ha buone possibilità di vivere la sua ultima fase della vita con dignità e qualità.
Diversi studi hanno dimostrato che le persone che partecipano ad attività di gruppo mantengono un livello di qualità di salute più elevato rispetto agli individui isolati, e coloro che sperimentano relazioni emotive significative tendono a vivere più a lungo.
Esiste inoltre un’elevata correlazione tra la percezione soggettiva del benessere e il modo di affrontare positivamente le difficoltà. Al contrario, la percezione soggettiva di disagio tende a portare ad un atteggiamento passivo e rassegnato nei loro confronti. È stata riscontrata una relazione positiva tra fattori psicosociali e QdV, tra reti di supporto sociale e sentimenti di benessere.